Venezia pensa a frenare il turismo di massa, anche se significa diventare più una ‘città museo’

“Come vivremo insieme?” La domanda compare ovunque a Venezia all’inizio dell’autunno. Il tema della Biennale Architettura 2021 risuona in modo intrigante con l’agonia di un’intera città, colpita dalla sorprendente ripresa del turismo, ad agosto, che gode e soffre allo stesso tempo. Il numero di visitatori dell’isola di Venezia aumenta ogni giorno più della popolazione locale – circa 50.000.

Con la graduale revoca delle restrizioni sanitarie legate al Covid-19, sono tornati i residenti in Veneto, poi tutta Italia, poi Paesi limitrofi. A volte ogni giorno dall’Austria, dalla Croazia o dalla Slovenia. Alcuni americani, i più speranzosi, sono già stati aggiunti. In attesa dei cinesi, tra qualche anno, e dell’intera classe media dei paesi emergenti che non hanno mai avuto modo di vedere la Serenissima. Le fortune sembrano inesauribili, nonostante i ripetuti avvertimenti dell’UNESCO.

Dopo diciotto mesi di osservazione dei danni economici causati dalla mancanza di turismo, l’iperturismo è riemerso per la prima volta a Venezia. In città si incarnava già prima della pandemia. Con il ritorno degli spettatori alle domande: Qual è la convivenza tra visitatori e residenti? Qual è il trattamento della monoattività? Che cos’è la gestione del flusso? in un sestiere Venezia, dalla Giudecca a Cannaregio, ognuno ha la sua opinione e pensa che sia una soluzione.

Una forma di letteratura

Non fa eccezione il sindaco di destra dall’accento berlusconiano, l’imprenditore Luigi Brugnaro. Vive sulla terraferma, come la maggior parte dei suoi 260.000 cittadini. Rieletto al primo turno nel 2020, promette di attuare un provvedimento drastico che va avanti da decenni: prenotazione obbligatoria e a pagamento – da 3 a 10 euro a seconda del giorno – per entrare nel centro storico, insieme ai cancelli per convalidare il suo biglietto. La prenotazione dei pernottamenti in albergo o appartamento turistico ammobiliato sarà un pass e l’elenco delle esenzioni non è stato definito. Il concetto di “città museo” è diventato realtà.

“Venezia non può più accogliere nessuno in nessun momento” Simone Venturini, vice assessore al Turismo

previsto per 1egli è Luglio 2020, posticipato al 2021 e poi all’1egli è Gennaio 2022, ora previsto per aprile 2022, vedrà la luce questa prenotazione obbligatoria? Gli intenditori del mondo delle pistole in miniatura sono scettici al riguardo.

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Paolo e Nicola, i gondolari, che osservano la chiatta davanti alla deposizione delle uova di Papadopouli, si preparano lentamente. Paolo, strisce blu: “Sono pazzi! Trovi normale avere un portico all’ingresso della tua città?” Nicola, linee rosse: “Sarebbe una buona idea, perché probabilmente c’erano molte persone, soprattutto molti rifiuti. Ma non ci arriveranno mai”. Entrambi sono unanimi: ” Come muschio [le système de digues flottantes censé protéger la ville des épisodes d’« acqua alta », les hautes eaux]. Non ne parliamo più, perché sappiamo che non accadrà mai. ” anche in! Due gru a portale prototipo sono state installate sull’isola di Tronchito per prove tecniche. Il Vice Sindaco con delega al Turismo, Simone Venturini, afferma con orgoglio: “E’ una città unica al mondo, e ai turisti chiediamo qualcosa di unico al mondo: per venire a Venezia bisogna fare una prenotazione, non può più ospitare nessuno a qualsiasi ora e ti chiedono di essere educati ad essa. La volontà non è quella di dissuadere le persone dal Vieni, ma di cambiare l’approccio psicologico. Non più una città Fast food. »

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