Descrizione della saga di Pirlo per Schembry: “Una vittima del terzo tipo a stretto contatto”

Il grande Andrea Pirlo di cui parlava Andre Skimpri nella sua autobiografia è Fun. La “leggenda” di Milan e Juventus, che oggi è l’allenatore “big lady” del calcio italiano, ha dedicato un intero capitolo all’ex calciatore maltese di Omonia e Apollon.

La ragione di ciò è stata la partita dell’11 settembre 2012 tra la nazionale italiana e la squadra avversaria, Malta. In quel gioco, basato sulla narrazione di Pirlo, il compito di Skembri non era segnare, ma limitare il più possibile la “mente” di “Squatra Azzurri”.

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“Quando parliamo di sguardi ostinati, niente è paragonabile ad Andre Chambri, una notte normale a Modena. Sono convinto che il centrocampista maltese si sia innamorato di lui. Quasi vedevo i cuori danzare intorno a lui. I suoi occhi erano fissi su di me dal primo minuto. I suoi occhi sono tornati alla normalità. Quando siamo partiti per lo spogliatoio. Questa partita era nel 2012, precisamente l’11 settembre. Skembri era come un kamikaze di calcio o meglio di un kamikaze dell’amore. Non mostrava alcun interesse per la palla, faceva finta che fosse arrabbiata e non era logico guardarla. Tutto ciò che gli importava. Con lui è il mio essere al suo fianco, o più precisamente, stare al suo fianco.Vagavamo dappertutto, io e la mia ombra imperfetta. Stavo ondeggiando, lui mi inseguiva. Mi fermavo, stava frenando anche lui. Ero vittima di un contatto ravvicinato del terzo tipo. Se ci fossimo soli. Un vicolo buio e non eravamo in uno stadio con 20.000 spettatori, avrei chiamato la polizia, posso lamentarmi che la sua passione si sta facendo un po ‘violenta quando ha iniziato a giocare duro.

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– “Cosa stai facendo;” Gliel’ho detto.

Ha risposto: “Per favore?”

– “Cosa stai facendo? Mi guardi da così tanto tempo che conosci ogni dettaglio del mio viso. Mi insegui su e giù e la palla non si è nemmeno toccata. Dovresti pensare di giocare un po ‘invece di inseguirmi?”

– “No, l’allenatore ci ha detto che l’unica cosa di cui devo occuparmi è identificarti. Questa è la mia missione, fermarti”.

– “Sì, amico, ma la palla sta giocando a chilometri di distanza da noi, almeno fammi respirare, non ho bisogno di stare a 10 cm dalla mia faccia tutto il tempo.”

– “Chi dà un soldo alla palla? Devo guardarti.”

Aveva un anello con lui? Ero sicuro che sarebbe caduto in ginocchio e mi avrebbe fatto un suggerimento: “Io, Andre, ti faccio il mio obiettivo legalmente sposato e giuro di prenderti a calci, inseguirti e prenderti, finché il giudizio non ci separerà”.

– “Seriamente adesso, ti piace giocare in questo modo? Ho detto, ‘Mi dispiace per te.”

– “Chi ha parlato di divertimento? Seguo solo quello che mi ha detto l’allenatore”.

“Non ti godrai mai una partita del genere, però.”

Lui ha risposto: “Lo stesso per te”.

In effetti lo era. Non mi sono divertito e non è stata né la prima né l’ultima volta “.

Una storia straziante, che mette in luce la difficoltà di essere un calciatore così grande che tutti gli allenatori vanno d’accordo con te, dall’allenatore maltese a Sir Alex Ferguson ma anche l’abnegazione da parte del calciatore, che ha letteralmente seguito le indicazioni dell’allenatore. È diventato un “fattore” per la sua squadra. La partita si è conclusa 2-0 solo a favore degli italiani, con Skimberi che ha centrato il suo obiettivo.

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