Euro 2020. Olanda – Italia: due potenziali squadre che vogliono guarire il loro ritorno – Euro 2020



Il peso della storia

Olanda

È una visione, divertente, multipla, geniale, quella di concepire e giocare a calcio che ha ispirato intere generazioni di calciatori. I Paesi Bassi, all’alba degli anni ’70, hanno scritto la loro leggenda. Trasportati dalle idee innovative di Rinus Michel, sublimati dal talento crudo di Johan Cruyff, “Flying Dutchman”, eterno numero 14, gli “Oranje” rivoluzionano la pratica della palla tonda. Le prime epiche memorabili li portarono alla finale dei Mondiali, nel 1974 e 1978. Ogni volta un magnifico perdente, prima contro la Germania Ovest di Breitner (“La madre di tutte le sconfitte”) poi contro l’Argentina di Kempes.

Eppure è un’altra generazione d’oro guidata da Frank Rijkaard, Marco van Basten e Ronald Koeman, dieci anni dopo, che rilancia l’unico grande titolo di: Euro 1988. I prossimi anni sono solo delusioni o posti d’onore, anche se i Bataviani non vedono le semifinali degli Europei dal 2004. Nonostante tutto, rimane un mito intorno alla selezione delle arance e al suo ardore, come il percorso a sorpresa e rinfrescante dell’Ajax Amsterdam in Champions League nel 2019.

Italia

L’Italia non ha aspettato gli anni ’70 per segnare il pianeta calcio con il suo sigillo, sicuramente con maggiore regolarità e risonanza rispetto all’Olanda. Oltre ai quattro titoli mondiali (1934, 1938, 1982, 2006), Squadra Azzura ha fatto suo anche il calcio europeo – una sola volta, però – nel 1968, inespugnabile con un grande Dino Zoff nelle sue gabbie. Successo nel caos per le generazioni transalpine capitanate talvolta dai Pozzo, Rossi, Maldini e tutti quanti…

Oltre ad un incredibile track record, è una reputazione che la Nazionale si è costruita sulla sua storia e sull’applicazione del suo rigoroso ma leggendario sistema: il catenaccio. Quella di una squadra fisicamente solida, organizzata in ogni circostanza, che si è imbevuta di una cultura del risultato in ogni punto prioritario. I cambi di allenatore, generazione, sistema di gioco non cambiano nulla: l’Italia resta e sarà durante questo Euro 2020 una squadra difficile da sconfiggere in grande completamento.

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Ultimo appuntamento mancato

Olanda

Lo schiaffo fece rumore. Non riuscendo a finire tra i primi tre del proprio girone nelle qualificazioni alla fine del 2015, l’Olanda, allenata da Guus Hiddink e poi Danny Blind, non è riuscita a qualificarsi per gli Europei francesi pochi mesi dopo. Più che una pessima prestazione, è un fallimento nazionale che mette fine a sette partecipazioni consecutive al concorso.

Il gap generazionale si conferma due anni dopo, quando, nello stesso girone della Francia in fase di qualificazione, i compagni di Ryan Babel finiscono a pari merito con la Svezia ma salutano il biglietto per la Russia a media reti. Dopo due tornei consecutivi lontano dai riflettori e dal suo status precedente, la selezione olandese, rimessa in piedi da Ronald Koeman, torna a competere con le maggiori selezioni. La Ligue des nations confirme leur renouveau, avec une finale perdue face au Portugal (1-0) en 2019. Un nouveau contingent de jeunes talents redore le maillot orange et débarque dans cet Euro 2020 avec le relâchement qu’offre le statut de potentiel trouble -festa.

(foto AFP)

Italia

Era una novità dal 1958: l’Italia assente da un Mondiale di calcio, la selezione per i quattro titoli mondiali. Nel novembre 2017, a Milano, è stata però la band dell’Immobile a fallire la ricerca della qualificazione a Mosca durante un teso e soffocante salto in avanti disputato contro la Svezia. Sconfitti all’andata (1-0), gli uomini di Gian Piero Ventura non sono riusciti a segnare un solo gol contro una squadra scandinava, però priva di Ibrahimovic e poco appariscente. L’impatto del cataclisma è stato amplificato dalle lacrime di un Buffon che ha intrapreso la strada del ritiro internazionale a 39 anni attraverso una porta piccolissima, non all’altezza della sua leggenda. “Ho quarant’anni e sarà la prima volta da quando sono nato che non vedrò l’Italia al Mondiale. Sono ovviamente deluso ed è un brutto momento per il calcio italiano”, ha detto il memorabile portiere.

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Questo fallimento ha avuto il vantaggio di aprire un nuovo e più felice capitolo con un Roberto Mancini che è volato in aiuto della Nazionale. Soddisfacente la Lega delle Nazioni (2° posto nel suo girone alle spalle del Portogallo nel 2019, qualificata alla Final Four dell’edizione 2020-2021) mentre la qualificazione a Euro 2020 è stata un gioco da ragazzi, Squadra Azzura che ha vinto tutte le sue partite. Un rinnovo motivato da un Euro anche in casa (l’Italia giocherà a Roma tutte le partite del girone contro Turchia, Svizzera e Galles).

Una forza collettiva, senza una superstar

Olanda

È forse, con la Francia, la migliore generazione di giovani calciatori del pianeta. In tutti i settori, i talenti si contano a picche. Difensivo, con De Vrij, De Ligt, Aké. In mezzo, con De Jong, Van de Beek e Wijnaldum. Offensiva, con Depay e De Jong. Tra questi elementi essenziali, mentre manca il rock Van Dijk, è difficile, per non dire impossibile, tirare fuori una sola stella. La selezione bataviana è un aggregato di talenti che, sotto Koeman e poi De Boer, ha riguadagnato il primato. Cosa lo rende un outsider convincente per la vittoria finale? Troppo presto per l’attuale allenatore 51enne. “Puntiamo al massimo, ma tutto ciò che va oltre la semifinale è un bonus”, indica colui che ha ricevuto come obiettivo dalla sua federazione la vittoria finale nel 2022 in Qatar, segno di un ritrovato appetito.

La qualificazione agli 8° Europei dovrebbe essere già una formalità viste le dinamiche di questa selezione e le avversarie ampiamente alla sua portata (Ucraina, Austria e Macedonia del Nord). Senza contare il contributo del pubblico per “Oranje” che si evolverà in casa (Amsterdam) nella fase a gironi.

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Italia

Alla sua nomina nel maggio 2018, Roberto Mancini ha recuperato i resti di una Squadra Azzurra totalmente devastata. La gloriosa generazione del 2006 è andata. Dietro, i giovani talenti non conoscono la stessa sorte, mentre i club italiani reclutano più giocatori stranieri. Ma l’ex tecnico del Manchester City vede la promessa di giorni migliori, terreno fertile su cui far crescere Donnarumma, Jorginho, Verratti e altri Pellegrini. Un ottimismo che ha dato i suoi frutti fin dai primi mesi, con un piano di gioco offensivo, animato da piccole mascherine mobili dai piedi fini e sottili come Insigne o Barella sul fronte d’attacco. Gli habitué Bonucci e Chiellini continuano a proteggere con la consueta solidità la fortezza italiana, che non si piega dalla sconfitta in Portogallo (0-1) nel settembre 2018.

Quindi la superstar di questa selezione è il gruppo, come ha spiegato il difensore della Lazio Francesco Acerbi lo scorso marzo: “Al di là dei giocatori, la differenza è il gruppo che la fa”. Una forza visibile che fa della Nazionale un serio outsider nella competizione. “Siamo l’Italia, andremo all’Euro per vincere”, proclama Roberto Mancini, simbolo di un’ambizione ritrovata

epa09103963 L'italiano Manuel Locatelli (C) festeggia con i compagni di squadra Lorenzo Insigne (S) e Marco Verratti dopo aver segnato il gol dello 0-2 durante la partita di calcio di qualificazione ai Mondiali 2022 tra Bul
(Foto EPA)

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