Dirigente internazionale e nazionale U20 francese, italiano a 24 anni, chi sei, Lucas Gulizzi?

Dirigente internazionale e nazionale U20 francese, italiano a 24 anni, chi sei, Lucas Gulizzi?

Se non sarà nel girone italiano che questo fine settimana sfiderà il Galles, il tolosanese Martin Page-Relo ha avuto comunque il merito di conoscere la sua prima convocazione con la Squadra Azzurra. Un appello che lascia presagire cose belle per il futuro, tanto più che la giurisprudenza Ange Capuozzo permette certamente a molti “binazionali” di innamorarsi di sognare. Cosa che poteva essere anche per un certo Lucas Gulizzi. Hai cercato nella selezione transalpina, questo nome non ti dice niente? E’ normale, la 3a linea dell’Union Cognac/St Jean d’Angely non è mai stata convocata con l’Italia del capitano Michele Lamaro, la patria del nonno. Lamaro, un ragazzo che conosce abbastanza bene, però, da aver affiancato gli U20 italiani nel 2018, così come Danilo Fischetti o Nicolò Cannone. Sì, all’epoca il flanker della Charente conobbe gli onori di una selezione al Torneo, contro la Francia per favore.

Nel 2017 ero con un amico che aveva anche lui un nonno italiano e ci abbiamo provato, abbiamo inviato il nostro CV via mail alla federazione. Non ci credevamo molto ma finalmente, qualche tempo dopo, sono stato chiamato per andare a fare un corso di preparazione. Poi due. E nel 2018, contro la Francia, mi è stata offerta la mia prima selezione U20. Questo è, per ora, il mio miglior ricordo di rugby. Rappresentare il paese di mio nonno, contro il mio paese e contro i colleghi con cui avevo giocato fin dall’infanzia in un club come Louis Carbonel o JB Gros, è stato molto intenso. E anche se quel giorno avessimo preso una batosta (78 a 12, ndr), era contro la squadra che qualche mese dopo sarebbe stata la prima generazione di campioni del mondo di Francia Under 20…

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Un momento intenso che il 24enne conserva preziosamente nella sua mente. Senza alcuna amarezza per non aver potuto proseguire su un Mondiale alle spalle, vero trampolino di lancio per tanti giovani per far decollare la propria carriera, come è avvenuto nel 2019 per Capuozzo ad esempio, o per i fratelli argentini Santi e Matteo Carreras, ora residenti della Premiership. “È ancora un grande momento. In Italia non è come in Francia con le nostre categorie Crabos, Espoirs… Lì, i migliori giovani giocatori sono tutti raggruppati in una specie di accademia e si evolvono insieme tutto l’anno e lo sono sempre stati.“Lui insegue:”I giocatori non provengono da tutti i club del paese come sappiamo qui. E la loro squadra U20 è composta da tutti questi ragazzi. Quindi inevitabilmente, per me, il francese arrivato da Tolone, ho sentito subito che sarebbe stato complicato integrare completamente il gruppo e che gli allenatori avrebbero dato la priorità ai locali, anche se sono stato accolto molto bene. L’ho sentito così.

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Anno dopo anno, il solido flanker (1m88 per 105kg) dell’RCT sente di dover provare a rimbalzare la palla a suo favore e impegna la stagione successiva al Béziers, dove inizialmente gioca nell’Espoirs ma si allena con il gruppo dei professionisti. Dopo aver giocato nel mondiale militare nel 2019, dove la Francia è arrivata 3°, il figlio di Six Fours (Var) torna con un bagaglio in più – al momento della nomina di Pierre Caillet in falcata all’ASBH – e sa che dovrebbe trarne vantaggio dalle sue prime cartucce in ProD2. Solo che una lesione ai legamenti del ginocchio arriva a privarlo. Al termine del contratto nell’Hérault, si è quindi unito al Cognac per avvicinarsi a questo nuovo campionato nazionale nei panni di un titolare.

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Un profilo ruvido, potente, che “tocca tutto”

Due anni e mezzo dopo, “Gugu” si è ripreso da un altro grave infortunio per diventare un giocatore indiscusso dell’UCS. Nonostante la stagione del club, morto ultimo in campionato e che scenderà in Nazionale 2 la prossima stagione, il big brown è uno dei pochi elementi a galleggiare e accumula un minutaggio significativo (16 partite, 15 partenze, 2 tentativi). Giocatore fisico, duro con l’uomo e arioso, si descrive come una terza linea un po’ “tuttofare” e che adora soprattutto il tocco, che ha studiato enormemente in particolare con Caillet in Béziers. Un altro vantaggio? La sua durezza, quindi, che spiega attinge dalle sue esperienze con la Marina francese in particolare: Ho potuto beneficiare di un contratto di volontariato nell’esercito, che mi ha permesso di giocare in un club come con la Marina. E questo perché ho lavorato come calderaio all’arsenale di Tolone. Mi ha portato un’esperienza superba come questo mondiale militare nel 2019 in Giappone, ma anche il fatto di essere riuscito a temprarmi molto giovane. Mentre a Espoirs giocavamo quasi solo contro ragazzi sotto i 23 anni, dal mio primo anno da senior ho potuto affrontare uomini. Mi ha permesso di elevare il mio approccio al confronto fisico e al combattimento in particolare.

L’obiettivo per la prossima stagione è quello di agguantare una società ai vertici della classifica Nazionale e dimostrare di poter esistere anche all’interno di una squadra che gioca ruoli da protagonista nel girone. Certo, riuscire a firmare direttamente per un club ProD2 sarebbe una grande pietra miliare nella mia carriera, ma sono ben consapevole che potrebbe essere complicato, visti i nostri risultati in questa stagione…

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Eppure, nonostante questo bel background, colui che è stato campione di Francia Crabos con il Tolone ora deve guardare seriamente al futuro. Mentre arriverà presto alla fine del suo contratto con Cognac, sa che le prossime righe della sua carriera saranno scritte altrove che in Charente, per mancanza di obiettivi comuni. A meno che Soyaux/Angoulême, attuale 13esimo in ProD2, non rimanga nell’anticamera della Top 14 e sia interessato al suo profilo…

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