“Sono orgoglioso di far parte del gruppo che ha portato a casa una medaglia che da tanto tempo scappava dall’Italia”

Dal 23 settembre al 2 ottobre si sono svolti in Italia, a Chianciano Terme Chiusi, i Campionati Mondiali di Pallavolo per Sordi. A più di tre settimane dalla fine di una competizione che ha incoronato la Russia negli uomini e la Turchia nelle donne, Lorenzo Scordino, abbronzato con la selezione italiana, ci ha concesso un’intervista per tornare alla competizione, le grandi scadenze da venire e parlare di sport per atleti con problemi di udito.

We Sport: Ciao Lorenzo, innanzitutto congratulazioni per questa medaglia di bronzo, la prima in Italia da quasi sedici anni!

Lorenzo Scordino: Buongiorno e grazie ! L’Italia aspettava da tempo di tornare sul podio ai Mondiali, e sono molto onorato di aver fatto parte della squadra che ha posto fine a questa lunga carenza!

WS: Come hai vissuto questa competizione in un contesto piuttosto specifico?

LS: Quella era un’atmosfera molto speciale. È stato messo in atto un protocollo molto serio e professionale: tra test sierologici quasi quotidiano e rispetto dei gesti barriera, tutto una è stato realizzato per creare una bolla sanitaria. Ciò detto, nonostante i pochi inconvenienti che questo presenta, ci ha comunque permesso di poter mantenere una certa vicinanza con il pubblico e il personale che era inserito nel programma di sicurezza sanitaria, vicinanza che comunque ci ha aiutato. l’importanza di questa maglia e di questi colori.

WS: Il trasferimento di questi mondiali ha invece arriso all’Italia, che oltre alla sua medaglia di bronzo ha vinto l’argento nella categoria femminile! Pensi che giocare in casa ti abbia galvanizzato?

LS: Sebbene l’idea di giocare un campionato del mondo in Polonia sia più allettante, è comunque importante sottolineare che giocare in casa una non autorizzato noi disconnettersi dal nostro obiettivo. Il semplice fatto di incontrare persone fuori dal contesto della competizione che sono interessate ai risultati della squadra, senza necessariamente saperne molto a pallavolo, ci spinge sempre a fare meglio e di più, e ci ha dato un certo senso di responsabilità e onore da tenere. È proprio questa vicinanza che ci ha aiutato a non dimenticare i fondamentali, cosa che, all’estero, può essere più complicata.e.

WS: Questa competizione è stato il primo campionato internazionale che hai giocato tra i senior, deve essere un grande orgoglio essere riuscito a tornare con una medaglia?

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LS: È incredibile ! L’obiettivo era quello di dimostrare cosa noi etinoi capaceS, vale a dire mettere in difficoltà qualsiasi squadra e mostrare il livello qui nella terra della pallavolo. E possiamo dire che il livello è piuttosto alto! In effetti, questo terzo posto è incredibile, per me come per la squadra, e non potrei essere più orgoglioso di far parte del gruppo che ha portato a casa una medaglia che fuggiva dall’italia per così tanto tempo…

WS: L’Italia ha avuto un torneo quasi perfetto, cadendo solo in Russia, futuri campioni del mondo. Trovi i russi irraggiungibili o pensi di poter competere con loro nelle prossime grandi competizioni?

LS: Va notato che i russi erano ancora una volta i favoriti. Lo sviluppo della squadra di pallavolo sorda in Russia è un esempio da seguire, ed è questo che fa la forza di questa squadra, sapere l’investimento e l’entusiasmo in essoNT. Tuttavia, il margine di miglioramento dell’Italia è semplicemente indescrivibile, una squadra brulicante di giovani che aspettano solo di giocare e raggiungere un livello sempre più alto. Quello generazioni precedenties, alzando sempre l’asticella. Quindi penso che tra qualche anno, per non dire qualche mese, l’Italia potrebbe pian piano intromettersi nella classifica dei più grandi, come ha già Inizia a il fare durante questa competizione.

WS: Parliamo un po’ di sport per sordi. Non sei considerato valido, ma non soddisfi nemmeno i criteri paralimpici: PPerché questo stato così speciale?

LS: Va detto che anche noi non sappiamo bene dove posizionarci (ride). La caratteristica singolare che ci definisce è proprio il fatto che non presentiamo alcuna “difficoltà” motoria, che costituisce appunto l’anima stessa dei Giochi. Paralimpiadi. Il è tutto lo stesso bene di sottolineare che la perdita dell’udito è un handicap che non sempre ti permette di raggiungere il massimo del tuo potenziale, il che, in un certo senso, non ci permette di definirci validi al 100%.

WS: Il prossimo anno ci saranno i Deaflympics (dal 1è al 15 maggio 2022 a Caxias do Sul, Brasile), l’equivalente dei Giochi Olimpici per le persone con problemi di udito. Che importanza attribuisci a questa competizione?

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LS: Penso decisamente che sia la competizione più importante che esista al nostro livello, e penso che tutti i miei compagni e rivali siano Dstessa opinione. Il lato storico dei Giochi ohlinfociti e il numero spesso maggiore di paesi e partecipante eleva il valore della competizione.

WS: L’obiettivo sarà tornare dal Sud America con una medaglia che lo confermi posto sul podio ottenuto all’inizio di ottobre?

LS: Certo! Anche se sarà più difficile ripetere lo stesso spettacoli, il nostro obiettivo sarà quello di mostrare una progressione che non cessa di continuare, un progetto che assume sempre più scala e importanza attraverso i variS concorsi. E, naturalmente, speriamo di tornare a casa con una bella medaglia!

WS: Hai anche giocato nelle sezioni giovanili del Paris Volley, ma anche più recentemente per i senior a Ischia in Italia. Hai sentito una vera differenza nel modo in cui hai giocato a pallavolo con i tuoi compagni di squadra?

LS: Infatti, anche se possiamo metterci abbastanza in competizione con giocatori normodotati di alto livello, è inevitabile specificare che il contesto della pallavolo sordi differisce dal contesto “normale”. Il semplice atto di rimuovere gli apparecchi acustici durante una partita di pallavolo a squadre per non udenti, ovviamente, ci consente di giocare a un livello più alto – noi non’non l’imbarazzo dei dispositivi né la paura di farli cadere, il rompere o prendi colpi, questo chi significa quindi che abbiamo a più grande libertà di movimento – ma che noi mette ancora in difficoltà per quanto riguarda la comunicazione e individualiÈ. En infatti, stiamo giocando con un senso in meno! Giocare con le persone chi senteent, e quindi nel mio caso con i miei impianti cocleariS, mi permette una migliore prestazione collettiva, nel senso che le istruzioni passano in maggior numero, meglio e più velocemente. Il rovescio della medaglia in questo caso è solo mentale, auto la paura di perdere o rompere gli apparecchi acustici ci limitano e influenze Nostro concentrazione.

WS: Gli esempi di giocatori di pallavolo che giocano in coppia sono piuttosto rari, quello dell’americano David Smith è il più convincente. È davvero uno svantaggio giocare a pallavolo con i propri dispositivi?

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LS: È chiaro che avere i tuoi dispositivi è davvero imbarazzante (più che uno svantaggio) quando si pratica uno sport in generale, ma soprattutto a rubato. In questa disciplina, devi tuffarti, saltare, fare rapidi cambi di direzione e delle movimenti in tuttoT tipo con la parte superiore del corpo. Questo ci porta quindi a concentrarci, anche inconsciamente, in primo luogo Su la sicurezza dei nostri dispositivi e quindi il prestazione sportiva. Da qui i cambiamenti di concentrazione di cui ho parlato poco prima.

WS: Come spiegheresti la relativa assenza di atleti sordi tra i normodotati?

LS: Penso che sia solo una paura di iniziare, una paura di non avere un posto In cui si di non essere in grado rispetto ad altri. Pa volte anche, e penso che questa sia la ragione principale, la paura del giudizio D’altri impediscono a un gran numero di giovani (e di persone in generale) di intraprendere l’avventura.

WS: Le partite del campionato mondiale sono state trasmesse in diretta su YouTube, ma pochi media hanno coperto l’evento. Come valuteresti la copertura mediatica dello sport per sordi, in questo caso la pallavolo, oggi?

LS: È importante sottolineare che la copertura mediatica è cresciuta molto negli ultimi anni, ma voglio comunque dire che sono sicuro che potrebbe essercene molto di più. Trovo infatti che anche se le partite restano “guardabili”, la qualità, che spesso non c’è, non permetta al mio gusto di riflettere la bellezza che un evento del genere può rappresentare. Penso che un buon seguito mediatico potrebbe portare un certo entusiasmo intorno a questo sport ea queste competizioni che potrebbero, per livello e spettacolo, sorprendere più di uno!

Grazie a Lorenzo Scordino per averci dedicato parte del suo tempo, al quale facciamo un in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera e per i prossimi appuntamenti internazionali con la selezione italiana.

Crédit image en une : WDVC Chianciano Terme

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