il bombardiere italiano, una specie in via di estinzione? (4/4)

Durante i primi tre articoli di questo dossier, calciomio analizzato le prestazioni dei numeri 9 del nazionale negli ultimi due decenni. Nonostante un titolo di Campione del Mondo nel 2006 e un Euro vinto lo scorso luglio, questo problema continua a pesare sui vari allenatori e ogni insuccesso riporta l’argomento in discussione. Abbiamo già visto che se l’Italia ha avuto buoni attaccanti, nessuno è riuscito a vincere nel tempo. Inzaghi, Toni, Gilardino, Balotelli, Pellè non sono riusciti a mantenere il numero feticcio dei marcatori per più di due o tre stagioni consecutive. Tanto che il capocannoniere del nazionale nel 21° secolo si chiama Daniele De Rossi, centrocampista difensivo… Un tentativo di spiegazione in quest’ultima puntata che affronterà l’evoluzione del posto dato agli attaccanti italiani in Serie A.

Solo la Lazio ha un attaccante italiano

Se c’è nazionale Non riesce più a trovare un attaccante efficace, anche perché i grandi club di La Botte si affidano a centravanti stranieri. Tra i club di Serie A impegnati nelle Coppe dei Campioni, solo la Lazio ha un attaccante italiano: Ciro Immobile. miglior attaccante nel 2020, titolare in campionato, numero 17 della La squadra azzurra sembra perdere tutta la sua efficacia quando si evolve nella selezione. E se ci rivolgiamo agli altri club in testa alla classifica, l’osservazione è spaventosa: nessun italiano! Né l’Inter con Lautaro e Dzeko, né il Milan che si affida agli esperti Ibrahimović e Giroud. Stesso discorso per l’Atalanta, che si affida a una doppietta colombiana, per la Roma con l’inglese Abraham o per Osimhen per il Napoli.

La Juventus ha ripreso bene Moise Kean quest’estate, ma il 21enne italiano ha iniziato solo tre volte in questa stagione. Un tempo di gioco con cui è difficile convincere l’allenatore. Tra i club sopra citati, ci sono alcuni italiani come Piccoli (Atalanta), Pellegri (Milan) o Petagna (Napoli). Ma come Kean, questi giovani marcatori sono sostituti per tutta la vita, rendendo impossibile per la loro missione rivendicare il nazionale.

Delle Migliori marcatori sempre più stranieri

Seconda osservazione che non aiuterà Mancini: nelle ultime venti stagioni di Serie A ce ne sono state dodici capocannonieri Italiani, solo quattro negli ultimi dieci anni, contando Luca Toni a pari merito con Icardi nel 2015. Inoltre, il numero medio di attaccanti italiani che occupano i primi dieci posti nella classifica marcatori del campionato è passato da 6 tra il 2001 e il 2011 a 3,8 tra il 2011 e 2021. Un calo significativo che rende quasi impossibile vedere un giorno otto italiani tra i primi dieci marcatori di una stagione, come nel 2006-2007, con solo due stranieri (Ibrahimović e Mutu).

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Nelle ultime cinque stagioni, il maggior numero diAzzurri fa cinque: eravamo nel 2018-2019, Quagliarella è diventato miglior attaccante a 36 e Pavoletti, Caputo, Petagna e Immobile erano nella top 10. Al contrario, la scorsa stagione, gli italiani hanno disertato i primi quattro della classifica, che comprendeva Ronaldo, Lukaku, Muriel e Vlahović.

Gli attaccanti italiani giocano la manutenzione

L’ultimo fine settimana di Serie A ci offre un’ultima terribile osservazione: i marcatori italiani non sono più una legione in campionato. Solo quattro delle 20 squadre hanno iniziato la loro partita della 13a giornata con uno (o due) centravanti italiani. E la cosa peggiore è che queste sono solo squadre che sono attualmente nella seconda metà della classifica. Troviamo così Belotti del Torino, ma anche Scamacca e Raspadori del Sassuolo, convocati da Mancini durante l’ultimo comizio. Questo fine settimana c’era anche Pinamonti d’Empoli e la doppietta dei veterani della Sampdoria, Caputo/Quagliarella. Bonazzoli, Cutrone o Destro a volte sono titolari, ma i loro club giocano anche la manutenzione. Mancini, quindi, deve trovare il suo finisher in queste squadre. Un enorme handicap per il nazionale che non può contare su un attaccante in continua evoluzione in Coppe dei Campioni (tranne Immobile). E in questo periodo di scarsità di reti, mentre incombono gli spareggi di marzo, si parla della possibile convocazione di João Pedro, che a Cagliari milita penultimo in Serie A o addirittura big – soprattutto per statura (2,01 ) – promette Lorenzo Lucca, che gioca in serie B…

Con così poco spazio dato agli attaccanti italiani in Serie A, è quindi probabile che il nazionale passa ancora qualche anno alla ricerca del suo provvidenziale bomber…

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Trovi gli altri episodi:
Episodio 1 – L’incoronazione del 2006 o l’albero che nasconde la foresta
Episodio 2 – La Nazionale non riesce a trovare la giusta misura
Episodio 3 – Qualche barlume di speranza si è rapidamente offuscato
Episodio 4 – Il bombardiere italiano, una specie in via di estinzione?

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