Violentata in piazza Gae Aulenti a Milano: 23enne arrestato grazie alle telecamere

Era stata soccorsa dalla polizia nel cuore della notte, il 24 agosto, mentre stava ancora vagando in uno stato di shock tra le vie dei grattacieli di Milano, in Porta Nuova. Durante la prima visita, i medici hanno subito notato lividi e traumi sul suo corpo, coerenti con la violenza. Quindi, grazie all’aiuto di psicologi, è stata lei a confermare di essere stata violentata nei pressi di piazza Gae Aulenti: un uomo la avrebbe sorpresa alle spalle, l’afferrò e la trascinò vicino per aggredirla. Poche settimane dopo, la polizia è riuscita a identificarlo: è un Italiano di 23 anni, di origine egiziana, ora in prigione per violenza sessuale. L’ordinanza è stata emessa dal GIP Manuela Accurso Tagano su richiesta del pm Maria Letizia Mannella e del presidente del Consiglio Michela Benedetta Bordieri.

Le indagini, svolte dalla quarta sezione del Squadra mobile Questura, è stata accelerata grazie alla descrizione che la vittima, una donna di 34 anni di origine polacca, ha fornito al suo aggressore. Anche decisivo telecamere di sorveglianza posizionato sulla piazza: secondo quanto riferiscono gli inquirenti, le immagini hanno confermato la dinamica dei fatti. Il 23enne era con due amici quando ha visto la donna attraversare la piazza all’ombra del grattacielo Unicredit. L’aggressione, tuttavia, si ritiene sia avvenuta più tardi, quando il giovane è rimasto solo con la vittima. A quel punto l’ha trascinata su un prato vicino alla piazza e l’ha costretta a sottoporsi alla denuncia.

Ha poi vagato per la zona per decine di minuti fino a quando non è stata individuata da un’auto della polizia. Gli ufficiali inizialmente hanno fornito un racconto confuso, sostenendo che aveva bevuto ed era stata aggredita mentre era stava tornando a casa. Quindi una volta arrivato al file Clinica Mangiagalli, ha potuto fornire maggiori dettagli sull’incidente e gli esami dei medici dell’Assistenza in materia di violenza sessuale hanno rivelato la violenza. Una nuova conferma dell’identità dell’aggressore è arrivata anche grazie al Analisi del DNA eseguito dal laboratorio di biologia dello scienziato.

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