Italia: vai alla vendita online e vai all’esportazione del prodotto

Il primo ministro Mario Draghi ha descritto la digitalizzazione come una “priorità assoluta” per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche nel Paese, ma anche per consentire alla sua economia di riprendersi dalla crisi pandemica (foto EPA).

Il significativo aumento delle sue esportazioni di prodotti sta dando nuovo impulso all’economia italiana. Ciò è in gran parte dovuto al design dimostrato anche dai vecchi commercianti che gestiscono piccoli negozi dagli anni ’70. E quando la pandemia li ha costretti ad abbassare le serrande senza sapere quando avrebbero riaperto, si sono resi conto che l’unico modo per sopravvivere era rivolgersi alle vendite online. E lo hanno fatto, anche se molti di loro erano sul punto di andare in pensione.

Le esportazioni di merci italiane sono aumentate del 6% nel periodo gennaio-aprile. È il più alto tra le maggiori economie dell’eurozona e sbalorditivo rispetto al solo aumento dell’1% registrato nello stesso periodo per le esportazioni da Francia e Germania. Il risultato è stato un aumento del surplus commerciale italiano dall’inizio della pandemia. Le vendite al dettaglio online sono aumentate di oltre il 50% a gennaio dello scorso anno, ben al di sopra della media della zona euro del 42%. Tuttavia, l’Italia è stato il paese dell’eurozona rimasto indietro nella tecnologia digitale. Nel 2015, esattamente un anno prima che Roma adottasse il suo piano per aumentare gli investimenti in tecnologia, una piccola e media impresa su 10 in Italia non portava online i propri prodotti, circa la metà della media dell’eurozona. Questa percentuale è ora migliorata di 6 punti percentuali, ma la stragrande maggioranza delle attività commerciali al dettaglio è ancora senza attività online. Così la produttività delle imprese italiane non solo ha risentito della crisi, ma è aumentata in termini reali. Andrea Basso, direttore delle vendite di Aptos Italia, che fornisce tecnologia alle piccole e medie imprese, ha parlato della questione al Financial Times, affermando che molte aziende hanno dovuto affrontare “condizioni estremamente restrittive” durante la pandemia e “hanno dovuto con “soluzioni creative che avevano accelerato il processo di digitalizzazione”.

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Come afferma, “in particolare le piccole imprese hanno compreso l’importanza di una risposta tempestiva se vogliono competere”. Dario Carusi, capo della società di design e vendita di mobili Mondo Convenienza, ha dichiarato al quotidiano britannico che il suo investimento nel suo braccio digitale è stato ciò che ha mantenuto il fatturato dell’azienda al 70% del suo livello normale, anche nella fase peggiore della pandemia. La digitalizzazione e l’innovazione sono, dopo tutto, al centro dell’ambizioso programma di riforme post-pandemia dell’Italia. Il primo ministro Mario Draghi si è insediato all’inizio di quest’anno, promettendo di rivedere radicalmente l’obsoleta burocrazia e il sistema legale italiano. Prevede persino di utilizzare i 205 miliardi di euro stanziati dal Recovery Fund per Roma per digitalizzare l’economia e anche per progetti infrastrutturali, per contrastare i cambiamenti climatici e la protezione dell’ambiente, e infine per l’istruzione e la salute. In un recente discorso, ha definito la digitalizzazione una “priorità assoluta” per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche nel Paese ed essere in grado di recuperare la sua economia dalla crisi pandemica.

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