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La febbre è un po’ salita: le elezioni in Italia stanno destabilizzando i mercati

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Perché i mercati sono così preoccupati per il futuro dell’Italia?

In primo luogo, il debito pubblico italiano è molto elevato ed è nuovamente aumentato notevolmente durante la pandemia. La spesa pubblica aggiuntiva per la lotta al coronavirus è stata finanziata dal nuovo debito. Il debito pubblico italiano è oggi circa il 185% del PIL. Nel 2011, quando è scoppiata la crisi dell’euro, quella percentuale era ancora intorno al 120%.

In secondo luogo, la performance economica dell’Italia è scarsa rispetto al PIL. In termini reali, quest’ultimo è ancora inferiore di circa il 5% rispetto al 2008. In confronto, il PIL svizzero corretto per l’inflazione è aumentato di circa il 25% dalla crisi finanziaria. Pertanto, il divario di crescita tra i due paesi è di circa il 30%.

In terzo luogo, l’Italia, a differenza, ad esempio, della Grecia, è “troppo grande per fallire” per l’Eurozona. Rimane la terza economia più grande dell’Unione Europea e dell’Eurozona. In confronto, l’economia greca è circa nove volte più piccola. In caso di difficoltà finanziarie, la Grecia può essere salvata. In caso di default italiano, l’Eurozona si troverebbe sull’orlo del fallimento.

In quarto luogo, si teme che il nuovo governo italiano di destra, come l’Ungheria, si faccia beffe dei valori europei e indebolisca la stabilità interna dell’UE. Mentre il governo di Mario Draghi è stato credibile e ha ispirato fiducia, il modo in cui i suoi successori gestiranno questioni politiche come le sanzioni russe, l’immigrazione o lo stato di diritto ora solleva molti dubbi. Georgia Meloni ha certamente indicato che il fascismo all’interno del suo partito è storia, ma molti commentatori ne dubitano.

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L’ultimo motivo spinge i mercati a tornare nuovamente in Italia. Sotto i governi precedenti, il paese ha intrapreso un percorso pericoloso perché le politiche non sono riuscite ad affrontare questioni come la corruzione dilagante, l’impatto della criminalità organizzata, l’elevato debito pubblico o le cattive condizioni quadro aziendali. Se il conflitto con l’Unione Europea aumenta fino a questo punto, la zona euro sarà scossa. In ogni caso, la “curva della febbre” italiana, che riflette il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e tedeschi, torna a salire. Certo, i picchi del passato devono ancora essere raggiunti, ma sembra che i mercati temono sempre di più la crisi dell’Euro 2.0.

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