Covid e lockdown, rafforzati in cinque regioni. La Campania adesso è a rischio

L ‘Italia diventa sempre più rosso e arancione. Con 25.271 contagi aggiuntivi (su 148.000 campioni) e 356 decessi rispetto al giorno prima e soprattutto con ospedali vicini al collasso e “l’epidemia in rapido peggioramento”, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha dovuto imporre una nuova repressione ieri sera. Con piani di prescrizione. E l’ISS lo conferma: “Rischio di una pandemia ingestibile”.

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La provincia di Bolzano, che aveva già anticipato i passi del governo, entra nella zona rossa. Anche Abruzzo, Toscana, Umbria, Liguria e Basilicata cambiano colore per i prossimi 14 giorni da domani: dal giallo all’arancio. Ciò significa che in queste zone ristoranti e bar saranno chiusi tutto il giorno mentre i negozi rimarranno aperti. I viaggi all’interno del tuo comune saranno autorizzati, ma sarà vietato uscire dai confini comunali e regionali.
Visto il sorgere dell’epidemia e un sistema sanitario in crisi, il Ministero della Salute – dove Speranza ha contattato i governatori interessati al nuovo giro di vite per anticipare il nuovo inasprimento – ha indicato che i dati epidemiologici che riguarderà tutti gli altri Regioni“.

E, soprattutto, che oggi arriverà il verdetto per la Campania che, secondo gli esperti, dovrebbe fare un doppio salto: dal giallo al rosso. Il più alto.
Il caos dei dati nel sistema sanitario campano è così alto che Speranza ha dovuto inviare ieri mattina i tecnici del suo reparto per effettuare un controllo. Fonti vicine al governatore Enzo De Luca hanno invece indicato che la situazione “è stabile” e che la Campania dovrebbe quindi “restare nella fascia gialla”. Insomma, sarà una resa dei conti. La nuova compressione, arrivata solo quattro giorni dopo la precedente, lascia comunque poco spazio. Le regioni con limitazioni limitate (colore giallo) sono ormai una minoranza: Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Friuli, Sardegna e, fino ad oggi, Campania. In breve, stiamo entrando in un blocco semi-nazionale. E c’è chi non esclude che in due settimane, “per evitare il delirio di un’Italia con chiusure disuguali”, si possa arrivare al confinamento duro lo stesso in tutto il paese.

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Vedremo. Intanto la nuova pressione arriva dopo giorni di rinvio e dopo un altro giorno di passione. La riunione del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) – convocata ad esaminare le proposte della Cabina di regia formata dal Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e da rappresentanti della Regioni – È scivolato il tempo dalle sei di sera. E questo perché la sala di controllo si è arenata nel solito caos: il rapporto di monitoraggio settimanale per alcune aree non era disponibile. Oppure i dati erano incompleti. E così è stato “decisamente complesso” arrivare alla decisione delle nuove restrizioni sulla base dell’algoritmo Hope con i suoi 21 indicatori. Da qui anche l’ulteriore analisi della situazione nelle Regioni per il momento rimasta invariata. Dai governatori colpiti dalla nuova pressione, nessuna polemica. Il segno che il virus e gli ospedali sono sull’orlo del collasso fa ora decisamente paura.

Ultimo aggiornamento: 00:28


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