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127°C sul lato visibile: Scoperta di una grotta che potrebbe essere utilizzata come base sulla Luna

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Gli scienziati hanno scoperto, per la prima volta, una grotta sulla Luna che potrebbe servire come base permanente per gli astronauti, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

Chi brilla di più? Una luna piena dietro le luci colorate dell'illuminazione natalizia nel cielo sopra Kansas City, Stati Uniti. (29.11.2020)

dpa

“Queste grotte sono state oggetto di teorie per più di 50 anni, ma ora possiamo dimostrarne l'esistenza per la prima volta”, afferma Lorenzon Brusoni, professore dell'Università di Trento (I), che ha guidato il team di scienziati internazionali dietro la scoperta di queste grotte. ricerca.

Gli scienziati hanno studiato i dati raccolti nel 2010 dal radar Mini-RF della sonda spaziale statunitense Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO). Lo strumento Mini-RF ha rilevato un cratere nel mare lunare “Mare Tranquillitatis”, il luogo di atterraggio della prima navicella spaziale sulla Luna, Apollo 11.

“Anni dopo, abbiamo analizzato nuovamente i dati utilizzando tecniche di elaborazione del segnale che avevamo recentemente sviluppato. Ciò ci ha permesso di rilevare riflessi radar sulla superficie del cratere che potrebbero essere spiegati dalla presenza di un passaggio sotterraneo. Questa scoperta è la prima diretta prova dell'esistenza di un tunnel accessibile”, spiega il professore.

Le temperature raggiungono da 127°C a 173°C

Sulla base di questi dati, i ricercatori sono stati in grado di costruire un modello di parte del corridoio. L'Università di Trento conferma che questo studio è importante per le future missioni sulla Luna.

Le condizioni sulla stella possono essere molto inospitali, con temperature superficiali che raggiungono i 127°C sul lato visibile e fino a 173°C sul lato nascosto.

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Anche lì la radiazione cosmica o solare è importante e il pericolo dell'impatto di un meteorite è costante. “Queste condizioni ci costringono a trovare luoghi sicuri per costruire infrastrutture in grado di supportare l’esplorazione sostenibile. Tali grotte potrebbero essere una soluzione a questo problema”, ha concluso l’università italiana.

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