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A Cher, la palude di Guette rilascia torbiere accumulate nel corso di migliaia di anni

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Tra pini e betulle nella foresta di Solonia, il sentiero conduce in una vasta distesa. Lì, una palude umida abitata da alghe ed erbacce si estende per più di un chilometro. A Neuvy-sur-Barangeon, a nord-est di Vierzon (Cher), la torbiera di Guette si estende per 23 ettari. Il sentiero della fetta attraversa le zone umide, sorte 7.000 anni fa nelle acque stagnanti del fiume Guette: il sottofondo minerale ricco di argilla ha lasciato le condizioni favorevoli per l’accumulo di acqua piovana. Questo ambiente acido e povero di ossigeno vive al rallentatore: le piante, in particolare le alghe chiamate “alghe”, si accumulano e si decompongono lentamente nel terreno, formando la torba, una materia organica ricca di carbonio. Per molto tempo la palude è stata dimenticata. Ma oggi le sue preoccupazioni sul clima le danno una nuova luce.

Nel cuore del sito, un appezzamento privo di vegetazione rivela la torba nuda, il colore del caffè macinato. Gli scienziati stanno conducendo esperimenti lì. Bersaglio? “Ripristino delle capacità di stoccaggio del carbonio delle torbiere”, Fa riferimento al consiglio del progetto europeo “Care-Peat”, lanciato nel 2019. La Guette è l’unico sito francese, insieme ad altre torbiere in Belgio, Germania, Irlanda e Inghilterra.

Camere di accumulo

I lavori di restauro sono iniziati a novembre 2020: “In un rettangolo di 20 metri x 30 metri, abbiamo rimosso la vegetazione ei primi centimetri di torba, dove nidificavano i semi. Confrontiamo diverse tecniche di ripristino – esposizione con o senza piantagione di alghe – con un’area di controllo”., Dettagli il biologo Sebastien Gogo, tutor e ricercatore presso l’Università di Orléans e capo francese del progetto. Con il suo team ha appena installato dodici basi: questi circuiti posti sulla torba supportano una camera di accumulo, una campana di vetro utilizzata per misurare il flusso di gas serra (anidride carbonica e metano). Le misurazioni sei volte all’anno consentiranno agli scienziati di calcolare le stime del bilancio del carbonio in base a diverse condizioni sperimentali. Il progetto terminerà nel 2023, ma solo un follow-up a lungo termine consentirà una valutazione dell’impatto di queste tecnologie.

“La palude di torba rilascia più carbonio di quanto cattura. Il carbonio accumulato nel corso di migliaia di anni fuoriesce nell’atmosfera.” – Sebastian Gogo, biologo

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