Morte l’eroe italiano dei Mondiali 82, Paolo Rossi

La squadra italiana posa per una foto il 2 giugno 1978 a Mar del Plata (Argentina). Paolo Rossi è quarto da sinistra, prima fila (STAFF / AFP / Archivi)

Il calciatore italiano Paolo Rossi, eroe dei Mondiali del 1982 vinti dall’Italia, è morto all’età di 64 anni, hanno riferito la sua vedova e i media italiani.

La moglie, Federica Cappelletti, ha annunciato la sua morte su Instagram, postando una foto della coppia con la didascalia “Forever”, seguita da un cuore. “Non ci sarà mai qualcuno come te, unico, speciale”, ha scritto anche su Facebook.

La notizia della sua morte è stata ripresa nella notte da mercoledì a giovedì dai media italiani, che hanno subito reso omaggio al mitico attaccante italiano soprannominato “Pablito”.

“Paolo Rossi, l’amabile poeta del calcio che ha fatto la gioia di tutta l’Italia nel 1982 è morto”, sottolinea sul suo sito il quotidiano Corriere della Sera, che rievoca la “malattia incurabile” di cui soffriva.

È stato “l’uomo che ha fatto piangere il Brasile e ha portato gli azzurri Bearzot alla conquista del Mondiale”, riporta La Repubblica da parte sua.

La notizia della morte di Rossi arriva meno di due settimane dopo che la leggenda argentina Diego Maradona ha vinto la Coppa del Mondo del 1986.

Paolo Rossi, che non avrebbe dovuto giocare nel Mondiale del 1982, alla fine ne è diventato l’eroe con sei gol e un trionfo.

L'attaccante italiano Paolo Rossi con il trofeo della Coppa del Mondo, 12 luglio 1982
L’attaccante italiano Paolo Rossi con il trofeo della Coppa del Mondo, 12 luglio 1982 (STF / UPI / AFP / Archivi)

Sospeso per tre anni nel marzo 1980 nel “Totonero”, caso di scandalo di partite di calcio truccate e scommesse illegali in Italia, era stato però convocato per i Mondiali di Spagna 1982, dopo una riduzione della sua sanzione, nonostante scetticismo della stampa e dei tifosi.

Nel “Mundial” Rossi esplode con una tripletta durante una mitica Italia-Brasile (3-2) che elimina la Seleçao e manda gli Azzurri in semifinale. Contro la Polonia si è offerto una doppietta e un posto in finale. In questa finale contro la RFT, il toscano ha segnato il primo dei tre gol italiani (3-1).

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L’Italia vince il suo 3 ° Mondiale, Rossi è miglior giocatore e marcatore. E il Pallone d’Oro incorona quest’anno eccezionale.

“Miglior attaccante”

La sua carriera da club è più mista. Portato alla luce da adolescente dai reclutatori della Juventus, i suoi primi anni bianconeri sono macchiati da tre infortuni al menisco.

Capocannoniere in Serie B con 21 reti e scalata in Serie A: con Lanerossi Vicenza, entrato nel 1976, ha vissuto i primi successi.

La stagione successiva, il suo club titilla la Juventus per lo scudetto e lui finisce nuovamente “capocannoniere” (24 reti). La Juventus poi prova a recuperarlo, invano.

Dopo un’ultima stagione e una retrocessione con il Vicenza, è partito per Perugia, dove il suo passaggio è stato stravolto dal Totonero. Due anni dopo la squalifica, Rossi torna alla Juve.

La stagione 1983-84 è stata sinonimo di culmine per Rossi. Ha formato un formidabile trio con Platini e Boniek e ha accumulato trofei: Serie A, Coppa Italia, Coppa di Coppe e Supercoppa europea. Nel 1985 la “Vecchia Signora” vinse la Coppa dei Campioni nella spaventosa finale di Heysel e le sue 39 morti, l’ultima partita di Rossi con i bianconeri.

Va a rivaleggiare con il Milan. Portatore di handicap per gli infortuni, il suo episodio di Milano è stato un fallimento. Proprio come quello dell’Hellas Verona.

Nel 1987, Rossi ha deciso di voltare pagina all’età di 31 anni dopo quasi 400 partite di campionato, 154 gol e 48 presenze (20 gol).

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