L’Italia dimentica un anno e mezzo di paure, lutti e restrizioni

Ci siamo purtroppo abituati, da un anno e mezzo, a lunghe serate silenziose, di reclusione in coprifuoco, come il silenzio plumbeo che è calato improvvisamente su Roma, domenica 11 luglio, poco dopo il golpe d’invio della finale dell’Euro calcio . Mentre allo stadio di Wembley gli Azzurri si sono presi una botta alla testa dal 2e minuto da un colpo di Luke Shaw che dà il vantaggio alla selezione inglese, l’intera capitale italiana è sprofondata in un profondo letargo, appena turbato da qualche brivido, in balia delle rare occasioni della Nazionale.

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L’atmosfera è cambiata radicalmente all’inizio della partita, con il pareggio del veterano Leonardo Bonucci (34), dopo un calcio d’angolo seguito da un’azione particolarmente confusa. Sulle tribune di Wembley, il presidente italiano Sergio Mattarella, che non perde mai, di solito, il suo catarro di guardia a cavallo Inglesi, non possono trattenere in quel momento un movimento di gioia spontaneo, perfettamente infantile. La scena non ha mancato di essere subito ripresa dalla stampa e sui social, con un divertimento non privo di tenerezza.

La lotta è cambiata, dunque, e, nelle piazze della capitale, l’atmosfera è cambiata, la rassegnazione lascia il posto alla speranza ansiosa, mentre la tensione si fa un po’ più palpabile ogni momento, all’approssimarsi dei rigori. L’Italia a questo proposito ha dei ricordi felici (tra cui una certa finale dei Mondiali contro la Francia nel 2006), ma anche tante delusioni.

Raccomandazioni sulla salute rapidamente dimenticate

Quindi il fallimento del secondo tiratore italiano, Belotti, fa l’effetto di una doccia fredda. Una serie di boondoggle inglesi, e due stop consecutivi dell’immenso Gianluigi Donnarumma, votato miglior giocatore della competizione, avranno l’effetto di ribaltare ancora una volta la situazione, e di liberare un intero popolo.

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Dalla fine dei rigori, la folla si è alzata per le strade della capitale e di tutte le principali città italiane, mescolata a concerti di clacson e petardi che dureranno buona parte della notte. A Roma, le sponde del Tevere sono invase, in pochi minuti, da un’interminabile processione di camminatori e automobili, tutte gremite fino all’orlo e addobbate di bandiere italiane.

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Nelle vicinanze, è l’intero centro storico che diventa una gigantesca “fan-zone”, all’interno della quale le raccomandazioni sanitarie delle autorità vengono presto dimenticate. Ci raduniamo sul Campo dei Fiori, che da un anno e mezzo non vedeva un tale afflusso, assaltiamo le fontane di Piazza Navona… La polizia sta cercando di impedire l’accesso certo ai luoghi più affollati, ma qual è il punto di prevenire la folla quando la folla è ovunque?

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