Calcio: gli italiani alla finale degli Europei

I tifosi della nazionale italiana di calcio festeggiano la fine della semifinale di UEFA Euro 2020 tra Italia e Spagna, in Piazza Venezia, nel centro di Roma, il 6 luglio 2021 (Foto di Andreas Solaro/AFP)

Come l’Italia si è reinventata, dall’incubo del Mondiale 2018 seguito dalla televisione al sogno inaspettato di una finale europea a Wembley domenica prossima, l’Italia ha dovuto reinventarsi cambiando il gioco e lo stato d’animo per… tornare a quello che era.

In campo è dura, Leonardo Bonucci. Ma dopo la qualificazione ai rigori contro la Spagna (1-1 Ab, 4-2 in tabs) martedì, il difensore italiano con 108 scelte non ha potuto trattenere le lacrime.
“Sono lacrime di gioia, perché sono state molto difficili. Ma il cuore dell’Italia non si arrende mai. Siamo in finale. Dovremo metterci la stessa volontà, gli stessi sacrifici per riportare indietro ciò che all’Italia manca da 50 anni” e l’incoronazione europea del 1968, ha sottolineato il difensore bianconero.
«Non ci fermiamo più», gli fa eco ieri la Gazzetta dello Sport, in linea con l’Italia che si spinge a crederci. In tutto il paese, la notte ha assunto un carattere festoso. Le bandiere sono state issate in piazza del Popolo a Roma come se fossero per le strade di Milano o Torino. Centinaia di squilli di clacson, fumogeni ei suoni di Forza Italia. La gioia di Tifussi era all’apice della sua delusione tre anni e mezzo fa, quando i nazisti mancarono la qualificazione per la Coppa del Mondo 2018, la prima in 60 anni. Triste, senza idee, senza un marcatore, ho vacillato nella qualificazione contro la Svezia.
Il mitico Gianluigi Buffon, a cui è stata negata una sesta partecipazione ai Mondiali (che sarebbe stato un record), ha appeso i guanti al chiodo in Nazionale e ha lasciato l’allenatore Gian Piero Ventura alle dipendenze di Lazy.

READ  L'Inter torna al 4-0 contro il Benevento

nuove idee
Roberto Mancini è arrivato in questo campo devastato nel maggio 2018. Ci ha messo dentro la ricostruzione di entusiasmo, nuove idee e volti nuovi, ma ha anche lavorato per riparare il morale dei dirigenti.
Il capitano Giorgio Chiellini ha spiegato prima dell’Europeo: “Mi ha stupito come è riuscito a entrare nel cuore di tutti in così poco tempo”. “E’ un uomo di poche parole, ma ha creato un bel gruppo […]. La grande calma trasmette calma e fiducia. “
L’Italia, che ha perso contro la Francia (1-3) all’inizio di giugno 2018 e poi il Portogallo (0-1) a settembre, ha perso due delle prime cinque partite con Mancini, ma lo sfondo è già cambiato.
Il tradizionale focus sulla difesa è finito, Mancini porta aria fresca costruendo il suo gioco sul possesso palla e costruendo in mezzo, intorno a Jorginho e Verratti, con movimento e attacco sempre ambiziosi. Questa rivoluzione, nella terra del “Catenaccio”, sta dando i suoi frutti: dieci vittorie in dieci partite per invitarsi all’Euro e poi qualificarsi per l’ultima piazza della Lega delle Nazioni (il prossimo ottobre).
Irresistibile, anche durante questo Euro, ha legato l’Italia con la Spagna in catene nella 33a partita senza sconfitte (27 vittorie, 6 pareggi)! Mancini ha battuto il record italiano che risale a più di 80 anni fa e ora attende con ansia il record mondiale detenuto dalla Spagna (35).
Ma al di là della partita, Mancio ha saputo fare un’anima vera: E quando l’Italia fa male, contro l’Austria (2-1 dopo) all’ottavo e soprattutto martedì contro la dominatrice Spagna che gli ha sequestrato il pallone, ha ancora un’innegabile lotta e solidarietà . Lungi dall’essere limitato a undici titolari, ha formato un grande gruppo (77 convocati in 3 anni e 35 licenziati) dove molti hanno avuto la possibilità.
Per alcuni come Emerson e Federico Bernardeschi, in campo martedì, la scelta è stata spesso un’ancora di salvezza quando giocavano per un piccolo club.
Con la sua forza e la sua furia per non perdere, questa squadra italiana segue le orme del 1982 o del 2006, diventate campioni del mondo con grande coesione.
“Non siamo i più forti, ma non abbiamo paura di nessuno”, riassume il vicedirettore della Gazzetta dello Sport Andrea de Caro. “Certo, ora vogliamo vincere questo Europeo, ma il risultato di domenica non cambierà nulla: era Euro, è rinascita”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *